L'animatore turistico
Non fai neanche in tempo a dirlo “Il mio lavoro è l'animatore turistico” che subito senti dei risolini alle spalle e, mentre provi a dire che non è proprio come pensano, partono subito le prime battute “Eh, chissà quante te ne sei fatte!?” “Guadagni per divertirti e lo chiami pure lavoro!”. Beh, allora vorrei approfittarne per precisare alcune cosette. Sì è vero, me ne sono fatte tante… di levatacce o di notti in bianco per preparare gli spettacoli, sistemare il teatro e le attrezzature sportive, presiedere alla serata in discoteca con l'animazione anche se poi alle 8.00 ero in piedi per dare il buon giorno agli ospiti. E poi, diciamoci anche un'altra grande verità, quante sono le categorie professionali che lavorano 20 ore al giorno e anche di più per prendere tra i 500, 600 e a volte 400 Euro al mese fino a un massimo di 1.000 Euro se hai già tanti anni di esperienza? Qualcuno allora potrebbe chiedere “Perché lo fai?” La risposta più comune di chi ha già fatto quest'esperienza - perché per molti si ferma a una, due, tre esperienze - è Il contatto con la gente. La vera ricchezza è il rapporto umano e quello che ti lascia! Le persone ti vogliono bene, diventi il loro punto di riferimento e quando vanno via ci scappa sempre un invito a casa loro per visitare il posto in cui abitano.” L'aspirante animatore risponde invece “Perché mi piace viaggiare - e meglio ancora se lo faccio gratis - conoscere persone e mettermi alla prova con un'esperienza di lavoro lontano da casa per almeno una stagione.” E in effetti è una prova dura che ti dà veramente poco spazio per andare a visitare i luoghi dove il villaggio risiede e che richiede grandi capacità di adattamento e di sopportazione, spirito di squadra e di sacrificio e una grande forza fisica. Tanti ragazzi infatti crollano perché le tante ore di lavoro e le poche di sonno li fanno ammalare. D'altro canto però, chi fa l'animatore diventa un vero e proprio divo all'interno del villaggio fatto che tante volte riserva diversi privilegi: flirt, cibo fuori pasto - anche perchè spesso a pranzo non mangia - regali, ecc. e quei pochi soldi che si guadagnano, non dovendoli spendere per vitto, alloggio, discoteche e vacanze, diventano un bel gruzzoletto che ci si ritrova a fine stagione. E poi ci si diverte da matti e anche se a volte non è così devi comunque mantenere quel “sorriso da animatore” appunto che non deve mai far trasparire le 48 ore di veglia, il litigio con il collega per il bagno sempre sporco, le corna che hai scoperto ti ha messo la tua ragazza mentre tu sei troppo stanco anche per pensarci, il ciclo e così via. Un gran bel corso di sopravvivenza, indicato a chi deve perdere qualche chilo o dimenticare qualche brutto fattaccio anche se, deve sempre tenere in mente che un giorno all'altro finirà e si ritroverà in mezzo a gente comune per strada, stranita dal suo sorriso splendido perché non lo conosce e non gliene importa niente di conoscerlo, con l'adrenalina che cala bruscamente dopo un'intensa stagione e, soprattutto, con tutta la realtà da cui era scappato ancora là e allora… gli verrà voglia di rifugiarsi in quel microcosmo incantato dove tutto era bello perché era proprio lui a renderlo così. Coraggio allora animatore! Sei fortunato perché non puoi essere sempre in vacanza… torna al lavoro che il dovere ti chiama!
Come diventare un animatore turistico?
Essere prima di tutto un manager se vuole crescere. Al di là dell'essere uno showman, uno che fa spettacolo con la battuta sempre pronta, la vera competenza per un animatore professionista è saper organizzare dei buoni programmi d'animazione per il tempo libero che, ovviamente, vanno studiati in base al target del villaggio, alle location e ad altri parametri che possono essere individuati solo se si ha sviluppato quelle 6-7 competenze che servono a operare in questo settore. Ciò però non avviene perché non c'è formazione. Tutti si lamentano ma ci sono una serie di equivoci in partenza su cui non si riflette. Un altro aspetto è la socialità: chi vive in città spesso ricerca questo lavoro in vacanza perché l'habitat in cui vive e i ritmi non gli consentono di viverlo. Questo mette l'animatore in una posizione di grande vantaggio perché diventa l'amico ideale e il punto di contatto tra gli ospiti del villaggio.
Consigli per animatori turistici
Quale consiglio vuole dare a un giovane che vuole lavorare in questo settore? Nei miei corsi di animazione ho sempre detto “Io non vi prometto niente se non che questa sarà un'esperienza che vi ricorderete per tutta la vita.”. Perché è talmente intensa che lascia il segno. E se il ragazzo che la vive sa coglierla nel modo giusto non solo si ritroverà con un bagaglio culturale, sociale e professionale molto grande, ma avrà anche la possibilità di mettersi in gioco davanti a un pubblico che generalmente bisogna conquistare con il sudore. Loro invece ce l'hanno lì e se giocano le carte giuste e hanno un po' di fortuna e talento, possono sperare di essere notati… d'altronde sappiamo tutti che grandi showman come Fiorello, Bonolis, Gerry Scotti o Papi hanno iniziato proprio dai villaggi e che il loro successo prima di tutto si basa sulla grande capacità di coinvolgere e divertire con spontaneità nei giochi che presentano. Proprio come quando facevano il gioco aperitivo o il Karaoke che poi ha reso Fiorello tanto famoso. Vuole aggiungere qualcosa che non le ho chiesto? L'animatore è un lavoro che ti coinvolge pienamente e ti cambia la vita. Come dicevi tu è vero che l'animatore fuori si sente un pesce fuor d'acqua e sente il peso della realtà cruda, lontana dal nucleo spensierato del villaggio. Però io faccio un passo avanti rispetto a chi dice che gli animatori sono un po' dei peter pan e posso affermare che questa oasi felice è una realtà per l'animatore, è il suo mondo. Un mondo con delle caratteristiche uniche che non ti può dare la città: creatività, lavorare in costume da bagno e soprattutto è speciale perché vivi a contatto con delle persone rilassate che per questo motivo vogliono dare il meglio di sé. Allora chiedo “Ma non sarà meglio questa vita che la routine frenetica e frustrante dell'esistenza comune?” Ovviamente dipende dai punti di vista, ma questo mestiere può rappresentare una soluzione. Molti non si sentono appartenenti a questa categoria, io invece con orgoglio posso affermare che in un bilancio futuro